L’installazione di Maurizio Vetrugno
Le pratiche di Maurizio Vetrugno (Torino, 1957) partono dalla selezione di singoli elementi – oggetti, immagini, segni, opere - riconosciuti per la loro bellezza e successivamente rielaborati dall’artista secondo un’estetica contemporanea. Prodotto in occasione di Pitti Immagine Filati 91, il progetto Wild Life Wild Heat, 2022, evoca esempi di teatri del sociale, in particolare nella rassegna delle maschere: le presenze nella libreria surrealista di André Breton, metamorfosi di materie e spiriti; il pulsare attivo della Factory di Andy Warhol e il suo prolungarsi per decenni sulla scena disco di New York; Le Theatre de la Mode di Christian Bèrard. O ancora La Mode au Congo di Man Ray, che faceva indossare alle sue mannequins du monde, come Consuelo de Saint-Exupéry e Meret Oppenheim, copricapi e monili africani testimoniando – se mai ce ne fosse stato bisogno – il gusto sofisticato dell’arte africana e il perdurare della sua influenza nella controversa affermazione del modernismo internazionale. Rispetto a Man Ray, le opere di Wild Life Wild Heat prendono una direzione simmetrica ma rovesciata, portando soggetti noti e meno noti nel contesto cerimoniale e rituale del teatro di Bali. Le maschere di questo palcoscenico sociale, sono icone celebri del pop o ribelli esemplari, modelle d’eccezione, profeti inascoltati, dadaisti della prima ora o figure di semplice e pura vanità.
Camilla Mozzato
Curatrice e progetti speciali Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Fortezza da Basso
Padiglione Centrale, Piano Terra
Camilla Mozzato
Curatrice e progetti speciali Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Fortezza da Basso
Padiglione Centrale, Piano Terra